lunedì 21 marzo 2011

ROsso G.


di Gianmarco De Chiara

E’ come un disegno perfetto. Un eterno cercarsi e diversi giorni nuovi, che sono uguali agli altri, ma nuovi, per noi. Un deserto dolce che si estende dalle mie lunette alle tue sopracciglia staccate, una canzone stonata che va dalla mia lingua ai tuoi fianchi, come un segreto. Una panchina verde tra due palme che non ha nulla di speciale, eppure è così infinita. L’odore di noce che sta sempre a sdoganare un significato dai tuoi occhi o una frase dai tuoi versi.
E’ una camminata che sa di gioia, forse di insicurezza, ma scivola sotto il sole e passa come un lampo, di cui m’innamoro. Ti passo il vizio e ti disegno, mi fotografi e mi riprendo il vizio, come un sole, come la lavanda, come un drago. Sorridere senza essere pagati da feste o da cerimonie, ma per il semplice piacere di farlo, assieme, è davvero divertente. Sì, è davvero divertente. 


La voglia che cresce, come un scalinata di follie, indica a se stessa un disegno perfetto e un ritratto futuro; la voglia che cresce, come una fiamma impazzita, costruisce una strada del centro e una casa coi gatti. Il tuo ridere donna è un innocuo giorno di giorni perdenti. Dormivi. Non ci credeva nessuno, nessuno e nessuno avrebbe scommesso sui giorni perdenti. Eppure. Ora c’è il piacere continuo di scoperte quotidiane. Si rinnovano le cose che siamo e che facciamo, come mai prima.
Provo ad immaginarti dall’interno, attraversando i tuoi occhi. Provo a starti dietro e ti racconto in ogni cosa che ci/ti/mi riguarda per appartenenza.

Il tempo è lontano da noi, le mura non ci appartengono e nemmeno i nomi delle cose, dei fiori, delle persone, delle macchine, della crisi e degli egoisti. Dormivi. Ti ho svegliata in anticipo e mi hai mostrato il tuo nido di serpenti e di fogli infiniti, che ora è il mio parco giochi di sciocche improvvisazioni. A Febbraio il mio atroce silenzio ti ha regalato un disco di “nebbia” che non smette mai di girare e di cantare tutti i sabato sera…


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